lunedì 2 marzo 2009

OBIEZIONE DI COSCIENZA AL DECRETO SICUREZZA


Vi ricordate la petizione portata avanti sul nostro blog sul "Divieto di segnalazione degli stranieri da parte dei medici"?
E la Manifestazione Nazionale per i Dirittti degli Immigrati tenutasi in data a Roma il 26 febbraio?
Bene..ad oggi nessuna petizione e manifestazione è servita a bloccare quella che è stata, poi, il finale di questa lotta agguerrita contro l'immigrazione: una lotta che non vuole combattere in realtà delle problematiche esistenti e che nessuno nega ( come il tema della sicurezza, della clandestinità..etc.), ma una lotta che, a dispetto del nome " DECRETO SICUREZZA", porterà a nostro avviso, invece, insicurezza e conflitti.
Per questo noi aderiamo alla Petizione portata avanti dal gruppo Peace Link che vi consiglio di leggere per vedere cosa ognuno di noi può fare nella propria città e come aderire.
Ed ecco qui di seguito cosa vuol dire nella pratica " DECRETO SUCUREZZA".
Sono appena state approvate al Senato le norme del “decreto sicurezza” (A.S. 733 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica).
L’approvazione è stata praticamente concomitante alla ratifica del “Trattato di amicizia con la Libia”, mentre il ministro dell’Interno Maroni volava a Tripoli per firmare il cd “protocollo attuativo” dell’accordo Italia-Libia stipulato nel 2007 dal precedente governo (e richiamato dal Trattato), per cui saranno presto avviati i pattugliamenti congiunti (delle polizie libica ed italiana) per respingere in Libia i migranti intercettati in mare mentre tentano di raggiungere la costa siciliana.
Un accordo che è l’espressione di una visione repressiva, che non affronta alla radice il problema dei clandestini e degli sbarchi sulle nostre coste. E’ inserito nel capitolo della “lotta alla criminalità”, suscitando l’idea, priva di fondamento, che migrante sia sinonimo di delinquente.
Presumibilmente porterà ancora più migranti ad attraversare il mare, a causa delle vessazioni a cui la polizia libica li costringe. Numerosi rapporti di organizzazioni di tutela dei diritti umani – da Amnesty International a Human Rights Watch - denunciano le brutali condizioni a cui sono sottoposte le persone nei centri di detenzione per migranti in Libia: arresti indiscriminati, violenze, deportazioni di massa, torture, connivenze tra polizia e trafficanti. Inoltre, per la maggior parte, i migranti che sbarcano in Sicilia – che secondo i dati del Ministero dell’interno costituiscono solo l’8% del totale dei clandestini presenti nel nostro paese - fuggono da paesi in guerra o dittatoriali come Etiopia, Sudan, Eritrea, Somalia, e avrebbero diritto allo status di rifugiati politici, con i diritti di asilo e protezione umanitaria che questo comporta. La Libia non ha mai aderito alla Convenzione di Ginevra: le può essere affidato con tanta noncuranza e superficialità il compito di “fermare i migranti”?

Ma torniamo al Decreto Sicurezza, fiore all’occhiello della democrazia italiana.
Il pacchetto istituisce un registro delle persone senza fissa dimora; prevede la facoltà (previsione non chiara perché leggendola nel contesto del sistema normativo potrebbe tradursi in un obbligo, e talaltro la sola possibilità ha fatto sì che nell’ultimo mese gli stranieri che si rivolgono agli ambulatori siano il 30% in meno) per i medici di denunciare all'autorità giudiziaria gli immigrati clandestini che richiedono cure mediche; una tassa per il permesso di soggiorno che può arrivare fino a 200 euro; il via libera alle ronde padane, (ma non potranno girare armate, si specifica).
Non crediamo assolutamente che questa legge potrà eliminare la clandestinità o i problemi derivanti dalla convivenza, ma renderà gli immigrati ancora più disperati, invisibili. Sarà così ancora più difficile accoglierli, incontrali, vivere insieme. Non vogliamo un’ulteriore iniezione di incomprensione, di paura e di odio nel corpo del nostro paese.
Pertanto proponiamo di esporsi in prima persona con un atto di disobbedienza civile e di dichiarare pubblicamente nelle piazze delle nostre città la nostra contrarietà al decreto sicurezza attraverso l'impegno a contrastarne gli effetti.
Sappiamo che in momenti come questi non è facile uscire dal silenzio e dallo sconforto. Invitiamo medici, insegnanti, sindaci, amministratori e cittadini a dichiarare pubblicamente la propria obiezione di coscienza alle norme discriminanti del decreto sicurezza.
Per firmare il decreto solidarietà e dichiarare la propria obiezione di coscienza: www.decretosolidarieta.blogspot.com. Rossella

Tratto da: Peacelink

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