mercoledì 30 settembre 2009

Masai sfrattati e arrestati per far spazio ai safari di caccia.

In Tanzania, a Liliondo, nella regione di Arusha, sono stati ridotti in cenere otto villaggi masai lasciando 3.000 persone senza cibo, acqua e riparo.

Il 4 luglio, la polizia antisommossa della Tanzania, armata pesantemente, ha dato fuoco alle abitazioni e ai depositi alimentari dei Masai per sfrattarli dalla loro terra ancestrale. Migliaia di Masai, insieme alle loro greggi, si ritrovano oggi senza mezzi in balia di una grave siccità. Sono stati sfrattati violentemente dai loro villaggi per far spazio a una riserva di caccia della Otterlo Business Corporation (OBC).

“Oggi la nostra terra è stata presa per un investimento: per caccia turistica di lusso” ha denunciato un uomo Masai.

Survival ha anche ricevuto dei rapporti inquietanti su violenze inflitte alle donne masai durante gli sfratti. Alcune sarebbero state stuprate e altre picchiate duramente. Descrivendo la sua terribile esperienza, una donna ha raccontato: “Due uomini armati mi hanno inseguita e buttata a terra mentre sopraggiungevano altri sei uomini. Sono stata violentata da ognuno di loro”.
Si dice che la Otterlo Business Corporation sia legata alle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti e che detenga l’esclusiva dei safari e dei diritti di caccia a Liliondo, nella Tanzania settentrionale, dal 1992. L’area è terra tradizionale dei Masai, ma la compagnia utilizza l’area per battute di caccia grossa. I safari hanno gravemente compromesso l’accesso dei Masai ai pascoli del bestiame, provocando crescenti tensioni tra le comunità e la OBC.
Le recenti atrocità mostrano che oggi la situazione è diventata molto critica. Le donne Masai che recentemente hanno manifestato contro lo sfratto violento si sono sentite dire che non avevano diritto di protestare. Mentre i leader delle comunità locali hanno ricevuto minacce anonime.
Gli incendi dei villaggi ora sono cessati. Ma tutti i pastori masai sorpresi con le loro greggi all’interno della riserva di caccia della OBC sono stati arrestati. Cinque persone sono già state giudicate in tribunale senza poter beneficiare di una difesa legale o della libertà su cauzione, e sono state condannate a sei mesi. Altri 10 Masai devono presentarsi in giudizio il 24 agosto.
È da tempo che le potenti compagnie di safari interferiscono gravemente con la vita dei popoli tribali della Tanzania. Nel 2007, la piccola tribù di cacciatori raccoglitori Hadza è sfuggita per un soffio allo sfratto dalla terra ancestrale. A seguito delle pressioni degli Hadza stessi, delle organizzazioni indigene e di Survival, infatti, la UAE Safari Ltd rinunciò alla concessione di caccia nella Yaida Valley.

1 commento:

  1. Ho letto anche io l'articolo su Internazionale. Situazione strana: masai sfrattati per far posto ad parchi protetti. ma se fanno parte di quella terra da sempre non si potrebbe fare un'eccezione e considerarli parte integrante della zona tutelata?

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