venerdì 23 aprile 2010

Earth Day



Che Aggiungere...?

Fonte: Greenpeace

lunedì 15 marzo 2010

Italia, espulsi anche gli irregolari con figli minori a scuola


11 Marzo 2010 - Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, contraddicendo una sua precedente sentenza -

Gli stranieri irregolari con figli minori che studiano in Italia non possono chiedere di restare nel nostro paese. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione, che così smentisce una recente sentenza della stessa suprema corte, la tutela della legalità alle frontiere prevale sul diritto allo studio dei minori.

Con la sentenza n. 5856, la Cassazione ha respinto il ricorso di un immigrato albanese residente a Busto Arsizio, con moglie in attesa della cittadinanza italiana e due figli minori. Il cittadino albanese aveva richiesto di non essere espulso per non arrecare danni al "sano sviluppo psicofisico" dei figli. La suprema corte ha risposto che la permanenza ai clandestini in Italia è permessa solo in nome di "gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico del minore se determinati da una situazione d'emergenza", mentre la frequenza scolastica configurerebbe una "tendenziale stabilità" ed "essenziale normalità". Al contrario sarebbe legittimata la permanenza dei clandestini strumentalizzando l'infanzia. Secondo la sentenza, la salvaguardia delle esigenze del minore non può prescindere dall'impianto normativo della legge sull'immigrazione.

Nelle scorse settimane, la Suprema Corte ha depositato una sentenza di segno opposto a quella di oggi, con la quale era stata ritenuta "ipotizzabile la grave compromissione del diritto del minore ad un percorso di crescita armonico e compiuto derivante dall'allontanamento di un genitore".

L'Alto commissario Onu per i diritti umani in Italia, Navi Pillay, ha espresso "grave e seria preoccupazione" per l'aberrante sentenza. Contattato da PeaceReporter, Marco Rovelli, scrittore da sempre impegnato nella difesa dei migranti, ha detto che "il contenuto di questa sentenza non solo viola gli accordi internazionali, ma oltraggia i più elementari principi dei diritti che appartengono all'umano in quanto tale. Un bambino nasce in una terra, parla quella lingua, la sua identità si forma entro quello spazio sociale - ha concluso Rovelli - e poi, per un malefico dispositivo giuridico, deve essere strappato a sé stesso. Non c'è altra parola se non inumanità".


martedì 16 febbraio 2010

NATURA. A QUALCUNO PIACE MORTA



Il Senato della Repubblica, giovedì 28 gennaio 2010, ha approvato tra le proteste generali l'articolo 43 della legge Comunitaria. In gioco, con questo articolo "ingannevole", ci sono tante cose e tutte molto negative, che la LIPU riassume in poche parole: caccia "no limits"!

L'articolo 43 è anzitutto una beffa all'Europa, che da quattro anni attende invano dall'Italia risposte alle infrazioni commesse. Italia che abusa della caccia in deroga a specie protette; che non prevede alcun divieto di caccia nelle delicatissime fasi di riproduzione e migrazione degli uccelli; che non tutela abbastanza le zone di protezione speciale e gli habitat naturali. .

Nessuna di queste risposte all'Europa arriverà, con l'articolo 43.
In sostanza, l'Italia sta dicendo all'Europa che risolverà un'infrazione aggiungendone un'altra!

Ma l'articolo 43 è anche un grave e concreto danno alla Natura.
Perché si potrà cacciare ad agosto, con i piccoli uccelli ancora dipendenti dai genitori, o nel delicato mese di febbraio, quando i migratori sono nel pieno del loro viaggio di ritorno verso i luoghi di riproduzione.

Natura già ferita da mille assalti: la distruzione degli habitat, i cambiamenti climatici, l'inquinamento ambientale, lo scempio al territorio e al paesaggio.
Natura che ci chiede ben altro, e cioè rispetto, cura, attenzione, conoscenza.

L'articolo 43 è poi una ferita al diritto, alla chiarezza, alla trasparenza della politica. Perché la sua approvazione al Senato si è consumata tra sotterfugi, trucchi, piccoli inganni, pressioni indebite, cose nascoste o mistificate.

Infine, l'articolo 43 è un raggiro delle persone, degli italiani: di quell'86% di italiani (sondaggio IPSOS per LIPU etc.) contrari ad ogni allungamento della stagione venatoria.
Il 2010 è l'anno internazionale della Biodiversità. Ci sono tante cose da fare: natura da conoscere e proteggere, voli da salutare, boschi e alberi con cui respirare. La Biodiversità: un mondo infinito e meraviglioso.

Cosa c'entrano i fucili e il piombo con tutto ciò?

Presto l'articolo 43 andrà alla Camera.

Fermiamolo, tutti insieme, stai con la LIPU. Diffondi questo appello. Firma la petizione LIPU

Segui sul sito LIPU la campagna "Fermiamo caccia selvaggia"


I DISEGNI DI LEGGE ORSI E ALTRI: E' CACCIA SELVAGGIA.

Dal Senato della Repubblica prende il via uno dei più gravi attacchi alla Natura, agli animali selvatici, alle aree protette, alla nostra stessa sicurezza: comincia la discussione di vari disegni di legge, a partire dal testo unificato del senatore Franco Orsi, che mirano ad una pressoché totale liberalizzazione della caccia.
Animali usati come zimbelli, caccia nei parchi, riduzione delle aree protette, caccia nelle zone incendiate, caccia alle oche, alle peppole, ai fringuelli, caccia nei periodi e lungo le rotte di migrazione degli uccelli.
- Caccia a sedici anni!
La legge 157/1992, l’unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese, sta per essere smantellata.
Fermiamoli!!!
Il Testo del senatore Orsi
- Si apre la caccia lungo le rotte di migrazione.
L’articolo 1 comma 5 del testo Orsi consente la caccia specialistica lungo le rotte di migrazione: una situazione che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori.
- Liberalizzazione dei richiami vivi! Sapete cosa sono i richiami vivi? Gli uccelli tenuti “prigionieri” in piccolissime gabbie per attirarne altri. Già oggi questa pessima pratica è consentita, seppure limitatamente. Ma il senatore Orsi vuole liberalizzarla. Sarà possibile detenere un numero illimitato di uccelli da usare come “esche”. Tutte le specie di uccelli, cacciabili o non cacciabili, potranno essere usate come richiami vivi. Anche le peppole, i fringuelli, i pettirossi… Non solo: ma spariranno gli anelli di riconoscimento per i richiami vivi, utili a impedire nuove catture illegali. Sarà sufficiente un certificato!!! La motivazione del senatore Orsi: gli anellini di riconoscimento danno fastidio agli uccelli. Insomma, a dare fastidio sarebbero gli anellini, non la costrizione in piccole gabbia e una vita da esca! (Articolo 5)
- Caccia al buio! La chiusura serale della caccia agli uccelli migratori viene prorogata fino ad un’ora oltre il tramonto, con il rischio di abbattere specie superprotette e il rischio di sicurezza per le persone. (Articolo 18 commi 7 e 7 bis)
- Licenza di caccia a 16 anni. Un pre-patentino permetterà ai sedicenni di andare a caccia. Per i ragazzi noi chiediamo libri, musica, sport, natura, non fucili! (Articolo 12 commi 9 e 10)
- Caccia nelle aree incendiate. Cancellato lo storico divieto di esercitare la caccia, per dieci anni, nelle aree boscate percorse da incendi e dunque gravemente danneggiate dal punto di vista naturalistico. (Articolo 10)
- Ancora piombo nelle zone umide. Nonostante il divieto già previsto da un’altra legge italiana (la n. 66 del 2006) in recepimento della convenzione internazionale AEWA, il testo Orsi non prevede alcun divieto, nelle zone umide, dei pallini di piombo, che inquinano l’acqua e provocano il grave fenomeno del saturnismo negli uccelli acquatici.
- 700 mila imbalsamatori. I cacciatori potranno “preparare trofei”, senza essere soggetti “ad alcuna autorizzazione”. (Articolo 6, comma 2 bis).
- Mortificata la ricerca scientifica. L’Autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA) rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali. Gli istituti regionali rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria. Potenziale impossibilità di effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale. (Articolo 7 commi 5, 5 bis, 5 ter)
- Leggi regionali per cacciare specie non cacciabili. Non sono bastate quattro procedure di infrazione dell’Unione europea, non sono bastate due sentenze della Corte Costituzionale. Il senatore Orsi regalerà a Veneto e Lombardia, ovvero agli ultrà della caccia, la possibilità di continuare a cacciare specie non cacciabili, e di farlo con leggi regionali. E le multe europee le pagheremo noi! (Articolo 19 ter commi 16,17, 18 ,19, 20, 21).
- Caccia con neve e ghiaccio. Nelle aziende agri-faunistiche si potrà cacciare anche in presenza di neve e ghiaccio, cioè in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore. (Articolo 21 comma 1, lettere m ed n).
- Ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli! A noi pare che sia puro medioevo! Le civette legate per zampe e ali e utilizzate come esca! (Articolo 21 comma 1 lettera p).
- Ridotta la vigilanza venatoria. I guardiaparchi, le guardie ecologiche, le guardie zoofile non potranno più svolgere vigilanza! Nel Paese con il tasso di bracconaggio tra i più alti d’Europa, cosa fa il Senatore Orsi? Riduce la vigilanza! (Articolo 27 comma 2)
- Ridotta la presenza ambientalista nei Comitati di controllo. Le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre, a fronte di sette associazioni di cacciatori. Inoltre, l’ENPA e il Club Alpino Italiano, storiche associazioni, vengono del tutto estromesse. (Articolo 8 comma 1).
- E tanto altro ancora.

Fonte: Lipu ( Lega Italiana Protezione Uccelli).

martedì 19 gennaio 2010

Da Haiti. Cronache sul filo del web e della radio

Dal sito "Radiopassioni" un articolo molto dettagliato su quanto della tragedia di Haiti riesce ad arrivare attraverso difficili percorsi radiofonici e della Rete.

15 gennaio 2010 - Roberto Del Bianco


Leggo dal blog "Radiopassioni" di Andrea Lawendel, giornalista attivo in campo radio e sociale, Per saperne di più su Haiti, con e senza radio: un articolo molto dettagliato su quanto della tragedia di Haiti riesce ad arrivare attraverso difficili percorsi radiofonici e della Rete. Le emittenti locali haitiane sono tuttora tra i pochi ponti informativi capaci di portare all'esterno - anche grazie al mix di broadcast e di web - notizie, voci dai sopravvissuti, immagini anche agghiaccianti di una realtà che sicuramente conosciamo ancora solo in piccola parte.
Tra queste emittenti locali Andrea cita in particolare Radio Metropole, attivatasi già da subito e in modo molto efficace.

Su un altro fronte si sposta poi l'analisi di Andrea. Parlando di radio non si può non citare l'opera sempre essenziale dei radioamatori che però nello specifico frangente è al momento assai limitata. Manca l'elettricità, mancano gli stessi operatori in grado di trasmettere, e soprattutto rimane difficile un coordinamento per i soccorsi. Si apprende intanto che un supporto per le comunicazioni avverrà sulle frequenze di 3720, 7045, 14265 e 14300 KHz sulle onde corte, che la comunità radioamatoriale raccomanda di mantenere libere per non intralciarne l'operatività, mentre nel servizio di Echolink, il VoIP radioamatoriale, potrebbe essere utile l'ascolto sul canale 278173 che dovrebbe ripeterne il traffico. Intanto un radioamatore dalla confinante Repubblica Dominicana, Cesar Pio Santos (HR2P), sta cercando di raggiungere l'area disastrata con apparecchiature adatte ai contatti d'emergenza.

Fin qui, i numeri. Indicazioni utili per conoscere e approfondire. Rimane lo sgomento e lo sconvolgimento interiore per un avvenimento catastrofico e improvviso. Certo: grazie alle tecnologie ci accorgiamo ancor più che "il mondo è piccolo"; rimane da capire se il pensiero che alberga nei nostri cuori sia effetto di un'onda emotiva o se giunga dalla consapevolezza che, se il mondo è piccolo, tutto ciò che avviene, a qualsiasi latitudine, diventa parte della nostra vita e del nostro sentirci "cittadini insieme" in questo pianeta mai sazio di fragilità e di dolore.

Se fosse così, avremmo raggiunto una maturità nel nostro pensiero e nel nostro essere. Maturità sempre più necessaria per andare di pari passo con le possibilità che il progresso ci dona.

Fonte: Peacelink

lunedì 21 dicembre 2009

Buon Natale....

"Avanzi maestosa,

più che regina,

e nei tuoi occhi

riflessa sta una forza a te solo conosciuta.

E vai,

macinando miglia

ingoiando polvere

caricando pesi

coltivando sogni.


E vai con passo fermo,

segnando tappe

per capitoli nuovi

di un libro antico.

E continui ad andare,

instancabile venditrice di speranza.


Non importa se la pioggia inzuppa le tue ossa,

se il sole brucia l'anima tua,

se la polvere impasta il sudore.

Nei tuoi occhi gentili

riflessa sta una meta a te solo conosciuta.

E vai incontro alla notte.

Ad attenderti le stelle,

impazienti di danzare al ritmo dolce del tuo cuore.

Poi prima che spunti il sole,

riprendi il cammino anticipando l'alba

generando aurore

inventando futuro.

E l'Africa tutta

vedendoti avanzare all'orizzonte,

maestosa,

più che regina,

rinnova la fede nel Dio della Vita.

E vai carica di sogni e popoli,

riflessi nei tuoi occhi dolci di Madre d'Africa

e ostinata custode dell'umanità".

Elisa Kidané, suora comboniana, poetessa e giornalista eritrea, da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne d’Africa. Ha ricevuto il premio: “Ho l’Africa nel cuore” per la testimonianza di vita e per l'impegno costante nell'affermazione dei diritti delle donne di tutti i popoli, ma soprattutto per la dedizione, attraverso la sua poesia dolce e fiera, nel far conoscere il protagonismo delle donne d'Africa, preziosa risorsa di vita per il continente e per l'umanità.

giovedì 26 novembre 2009

No alla vendita dei beni confiscati


Firma l'appello: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra.

Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie.
Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità lelegge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.

Oggi quell 'impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E' facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato.

La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.

Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra"

don Luigi Ciotti
presidente di Libera e Gruppo Abele


"Spero che ti venga un cancro": La Russa risponde così ad un ragazzo in Spagna


Chiediamo all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) una presa di posizione decisa affinché esorti il Ministro a fornire una spiegazione chiara sul presunto accaduto, dissipando quella che si prefigurerebbe come la grave macchia di un’offesa personale nei confronti delle numerose persone afflitte da questo male.

Una partita, una squadra, una sola fede. Si dà il caso che per quest’ultima, nel caso del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, sia l’offesa facile. Non nuovo ad atteggiamenti “discretamente sopra le righe” (epica la parata americana nel quale dava del pedofilo a chi lo contestava, da antologia il “possono morire” alla Corte Europea), l’ex numero due di An pare si sia adoperato, secondo una lettera pervenuta a Repubblica, nell’augurare il cancro ad un ragazzo che lo aveva interpellato con irriverenza.
Il fatto: martedì scorso, alle 17, un ragazzo di 31 anni e alcuni colleghi di lavoro riconoscono La Russa in un bar di Plaza Catalunya, a Barcellona. Il Ministro, a quanto parrebbe, si sarebbe trovato in Spagna per seguire la partita di Champions League della sua squadra del cuore, l’Inter, contro la formazione locale. L’occasione irripetibile avrebbe spinto uno dei tre a rivolgersi in maniera scanzonata al politico: “Salve Ministro (stringendogli la mano), spero che la partita le vada male, così come sta andando male il nostro Paese guidato dal suo Governo…”

Chissà quale lume, quale animo abbia attraversato la mente del ministro che, per tutta risposta (da quanto riferito nella lettera) avrebbe replicato in maniera inimmaginabile.

“Io spero che le venga un cancro…”

Adesso noi non pretendiamo di prendere per vere e inoppugnabili le parole del lettore di Repubblica. Tuttavia le accuse sembrano specifiche e tuttora prive delle rettifiche o controrepliche del caso. Speranzosi di ricevere spiegazioni in merito, preghiamo il titolare della Difesa di fare luce sull’accaduto.
Allo stesso modo, chiediamo all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) una presa di posizione decisa affinché esorti il Ministro a fornire una spiegazione chiara, dissipando quella che si prefigurerebbe come la grave macchia di un’offesa personale nei confronti delle numerose persone afflitte da questo male.

sabato 14 novembre 2009

ROTOTOM SOTTO ATTACCO "NON PROCESSATE BOB MARLEY"

Il Rototom Sunsplash, attraverso il suo presidente Filippo Giunta, è oggetto di un'indagine penale.
Viene contestato
l'art. 79 della Fini-Giovanardi, probabilmente la norma piu' ideologica di quella legge tremenda. Secondo l'accusa il Sunsplash agevolerebbe l'uso di marijuana, in buona sostanza, per il solo fatto di essere un festival reggae.
Dalle motivazioni delle indagini si legge infatti che
"l'ideologia rastafariana prevede l'associazione tra la musica reggae e la mariuana" e di conseguenza, visto che al sunsplash c'erano "persone che, nel contesto dell'evento musicale e delle connesse suggestioni culturali, si dedicavano all'utilizzo di droghe, specie del tipo hashish e marijuana", Filippo merita la prigione (da 3 a 10 anni).
Una simile interpretazione della legge potrebbe quindi colpire chiunque organizzi anche solo una serata reggae: solo per quello potrebbe essere indagabile per "agevolazione alll'uso della marijuana".
Il fatto poi che il rototom abbia "manifestato in ogni sede - pubblica o privata e sugli organi di informazione - totale insofferenza per i controlli delle forze di polizia giudiziaria", visto che inserito negli atti, costituirà una sorta di aggravante?
Venerdì 13 novembre 2009 si è svolto a Udine, la manifestazione dall’emblematico titolo “NON PROCESSATE BOB MARLEY”, contro la criminalizzazione non solo del Rototom Sunsplash , che rischia di essere cancellato, e di tutta la musica reggae e della cultura Rastafari come emerge dagli atti della procura, ma prima di tutto dei luoghi di libertà, di dibattito vero, di tolleranza, di incontro fra diversi, di pace come il Sunsplash è sempre stato. La caccia alle streghe scatenata contro il Rototom, attraverso l'art 79 della l. Fini Giovanardi, è figlia di questo pericoloso clima chiuso, oppressivo, xenofobo che si respira in Italia.
.

Art. 79 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, il comma 1 e' sostituito dal seguente:

«1. Chiunque adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope e' punito, per questo solo fatto, con la reclusione da 3 a 10 anni e con la multa da euro 3.000 ad euro 10.000 se l'uso riguarda le sostanze e i medicinali compresi nelle tabelle I e II»
.

Ecco alcuni degli ospiti e delle loro parole durante la manifestazione di venerdì 13 novembre a Udine..ne cito solo qualcuna, le altre testimonianze potete trovarle qui: www.rototomsunsplash.com/voci.phtml.


Don Ciotti

Il “Rototom Sunsplash” di Osoppo, per come ho avuto modo di conoscerlo, è un momento di grande positività, di socialità, di approfondimenti, di musica. Ho visto tanti ragazzi partecipare attivamente agli incontri, porre domande intelligenti, interrogarsi sul presente e sul futuro.
Dispiace allora sapere che il presidente del festival sia adesso oggetto di una denuncia da aparte dell'autorità giudiziaria per il “realto di agevolazione all'uso di sostanze stupefacenti”, uso peraltro fisiologico in ogni grande contesto di aggregazione giovamnile e limitato in massima parte alle droghe leggere. Un uso che l'esperienza, il realismo e l'equilibrioci dicono che può essere contrastato non certo con gli articoli di legge, ma con forte investimento educativo, con iniziative che accompagnino i giovani nella crescita e li portino, al di là delle semplificazioni e delle scorciatoie, a scoprire il valore della libertà responsabile, all'essere pieni e consapevoli interpreti di democrazia. E senza dimenticare che i consumatori sono quasi sempre l'anello debole di un gioco criminale che dal traffico di droga ricava profitti enormi e sul quale davvero di dovrebbe concentrare ogni sforzo repressivo.
Mi auguro perciò che prevalga il buon senso e quindi un ripensamento. Il “Rototom” è un momento prezioso. Cancellarlo ci renderebbe culturalmente tutti più poveri.

Don Gallo

Caro Rototom, esprimo tutta la mia solidarietà per Bob.
Non posso essere presente, per impegni già presi.
Ma lottiamo per far cessare la "strage mafiosa", con tutti i suoi complici.
Ciao

Moni Ovadia

Esprimo piena solidarietà al festival e al suo direttore contro l'ingiustizia che li colpisce.

Le forze che sostengono il governo italiano attualmente in carica esprimono, con rarissime eccezioni, una cultura liberticida e reazionaria che mira a reprimere e comprimere gli spazi dell'autonomia culturale in cui si esprimono i valori dell'uguaglianza, dell'accoglienza, dell'espressione delle alterità e della multiculturalità.

L'ideologia reazionaria che anima il centro-destra si fonda sulla diffusione della paura, sull'omologazione a modelli d'ordine e di controllo sociale che mirano a far rinchiudere le persone negli angusti spazi del ghetto televisivo per ammannire ad individui e famiglie la stessa melassa mediatica omogeneizzata e distorta dalla propaganda di un solo modello esistenziale. La sottocultura che anima le forze ultra conservatrici è nemica della gioia di vivere, espressa dalla parte più libera, più vitale e più creativa dei giovani del nostro paese che sono malvisti in quanto tali soprattutto quando si organizzano autonomamente come accade in manifestazioni come il Rototom Sunsplash che sono occasioni di cultura, di socialità, di energia vitale, di bellezza e di risonanza con il linguaggio e metalinguaggio universale della musica, veicolo di pace e fratellanza.

Lo strumento della repressione in questa occasione è una delle tante leggi fondate sull'idea e la prassi di un controllo di polizia sulle coscienze e sulle anime con il pretesto della cosiddetta lotta alle droghe e miranti all'asfissia di tutto ciò che non vuole sottostare al potere dei prepotenti. I prepotenti di una classe politica molti esponenti della quale sono dediti all'uso di stupefacenti come la cocaina che circola a carrettate nei palazzi di chi comanda insieme alla prostituzione aperta e camuffata.

giovedì 12 novembre 2009

Dall'Inferno alla Bellezza


Per chi si fosse perso lo spettacolo "Dall'Inferno alla Bellezza" di Roberto Saviano, ospitato da uno speciale di "chetempochefa" di Fabio Fazio, la possibilità di recuperare sul sito Rai.tv.

Un vero e proprio pezzo di Storia.

domenica 25 ottobre 2009

Premio per la Pace Pax Christi International 2009


Roma - 26 ottobre 2009.

Cerimonia di assegnazione a Justine Masika Bihamba dal 2003 coordinatrice di Synergie des femmes pour les victimes des violences sexuelles – SFVS (Coordinamento di donne in favore delle vittime di violenze sessuali ).

Pax Christi Italia è lieta di comunicare che il prossimo 26 ottobre 2009 avrà luogo a Roma la cerimonia per l'assegnazione dell'edizione 2009 del premio per la pace di Pax Christi International
Quest'anno il premio sarà assegnato a Justine Masika Bihamba.

Justine Masika Bihamba è coordinatrice di SFVS, un'organizzazione non governativa congolese che difende i diritti umani delle donne. Justine e la sua famiglia, così come diversi collaboratori di SVFS, vengono minacciati e attaccati con regolarità a causa del loro lavoro.
La sera del 18 settembre 2007 sei soldati armati fecero irruzione nell'abitazione di Justine a Goma, capoluogo del nord Kivu. In casa c'erano i suoi sei figli, di età compresa tra i 5 e i 24 anni. Minacciandoli con le armi, i soldati legarono i ragazzi e chiesero loro dove fosse la madre. Nonostante le suppliche, aggredirono la figlia 24enne (colpendola in viso e rompendole un dente) e successivamente tentarono di aggredire e stuprare la figlia più giovane. Justine rientrò in casa proprio mentre stava avendo luogo l'aggressione. Sulla soglia di casa Justine identificò uno dei militari, gli chiese che cosa stesse facendo lì e chiamò immediatamente le autorità. Durante la telefonata i soldati fuggirono.
Il 27 settembre 2007 Justine sporse denuncia. Nelle settimane e nei mesi seguenti una serie di alti generali dell'esercito, di governatori provinciali e altri ufficiali le promisero che sarebbe stata fatta giustizia. Nel marzo 2008, inoltre, il vice-governatore promise ad Amnesty International che si sarebbe occupato della questione, affermando che era "inaccettabile che i responsabili restino impuniti". Un anno dopo l'aggressione, tuttavia, i responsabili non sono ancora stati arrestati né processati.
Justine e i suoi figli sono stati ripetutamente minacciati da uomini in divisa, che si aggirano regolarmente intorno alla loro abitazione. In due occasioni, alcuni soldati si sono presentati a casa di Justine, minacciando la famiglia e facendosi beffa delle accuse contro di loro.

da http://www.amnesty.it/