giovedì 18 giugno 2009

La Lega: «Assembramenti di stranieri ai giardini sono inammissibili»


Ecco qui di seguito l'ultima posizione del capodelegazione della Lega Nord in giunta regionale lombarda, Davide Boni. Mi chiedo quale sarà la prossima legge che regolamenterà questa presa di posizione rispetto alla regolazione degli assembramenti di cittadini stranieri nei giardini pubblici o nei pressi delle ferrovie...

Non è forse giunto il momento di LAVORARE per delle scelte di integrazione o di attuazione di politiche sociali per far fronte a tali problematiche, piuttosto che circoscrivere il problema, come sempre, ad una questione di scelte di degrado, di immagine, di facciata o di trasloco di queste persone da un accampamento all'altro o, peggio, ad una totale negozione del problema? Riflettiamo...

MILANO - «È inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici, ad ogni ora del giorno e della notte, come avviene per esempio ormai da qualche giorno in piazza Oberdan». Lo sostiene il capodelegazione della Lega Nord in giunta regionale lombarda, Davide Boni. «Chi non è in regola e non ha mezzi di sostentamento - continua - deve infatti essere allontanato dal nostro Paese e non 'spostato' in un altro quartiere della città. Le scene di degrado non possono più essere minimamente tollerate».

GLI ACCAMPAMENTI - Quanto alla presenza di accampamenti nomadi abusivi nei pressi dei binari ferroviari, Boni condivide «il principio per cui ognuno deve darsi da fare per monitorare il territorio di sua competenza, quindi anche le Ferrovie hanno il dovere di tenere sotto controllo le aree adiacenti alle stazioni e agli scambi ferroviari, in modo che queste 'zone di nessuno' non diventino in realtà un ricovero sicuro per realizzare un nuovo campo nomadi abusivo». «Sarebbe inutile e dispendioso - continua Boni - che, mentre le istituzioni impiegano uomini e risorse per smantellare questi accampamenti chi è proprietario dell'area non si preoccupa di metterla in sicurezza in maniera definitiva. Gli sgomberi - conclude - devono essere mirati e non considerati alla stregua di un trasloco da un ponte all'altro della nostra città».

16 giugno 2009, Corriere della sera

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